Presentato in apertura del quarto Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio a Cernobbio il Rapporto “Riflessioni sul sistema dei trasporti in Italia”, realizzato dal dell’Ufficio Studi Confcommercio in collaborazione con Isfort. Troppo fisco, carenza di infrastrutture e arretratezza logistica, ma l’autotrasporto continua ad avere un ruolo determinante nel sistema dei trasporti nazionale, movimentando il 60,2% del valore delle merci nel nostro Paese
In un’economia che viaggia spedita e su mezzi sempre più tech, occorre un cambio di passo. Anche in tema di strumenti che regolano la sostenibilità dei trasporti. È quanto emerge dal Rapporto dell’Ufficio Studi Confcommercio “Riflessioni sul sistema dei trasporti in Italia”, realizzato in collaborazione con Isfort e presentato a Cernobbio in apertura del quarto Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio. Lo studio parte dalla constatazione che la politica per la sostenibilità degli ultimi decenni si è basata su due pilastri: leva fiscale (‘chi più inquina più paga’) e interventi infrastrutturali per favorire il trasporto via mare o rotaia, soprattutto in aree particolarmente sensibili come i valichi alpini. I risultati, però, non sono stati quelli auspicati, mentre al contrario l’intermodalità è cresciuta sul mare, dove dal 2005 al 2017 sono aumentati del 255% i traffici dei mezzi rotabili (camion, rimorchi e semirimorchi) imbarcati a bordo delle navi. In nome della sostenibilità ambientale, all’autotrasporto si chiede di pagare sotto forma di tassazione e pedaggi il costo dell’inquinamento prodotto: il risultato è che in Italia il prelievo del fisco sul gasolio per autotrazione è il più alto dell’area Ue: 60,6% contro una media europea del 55,9%. Le accise sui carburanti pesano 62 centesimi al litro e da quelle sul gasolio lo Stato incassa circa 20 miliardi di euro all’anno. Sempre in tema fiscale il rapporto evidenzia poi un’anomalia evidente: l’autotrasporto paga in accise sul gasolio il doppio dei danni generati sull’ambiente e il paradosso è che ad essere penalizzati sono i mezzi meno inquinanti sono i più penalizzati: un Euro6 paga 8.650 euro all’anno in più rispetto al danno ambientale prodotto. Nonostante questo, l’autotrasporto continua ad assumere un ruolo determinante nel sistema dei trasporti nazionale, movimentando il 60,2% del valore delle merci nel nostro Paese. La ricerca evidenzia poi che il trasporto commerciale sconta una carenza di infrastrutture e un’arretratezza logistica che fa perdere all’Italia 34 miliardi di euro all’anno di media. Basti pensare che si attende ancora l’adeguamento della rete ferroviaria italiana agli standard europei, oltre alla fine dei lavori delle gallerie di base delle Ceneri e del Brennero per consentire il passaggio delle merci da gomma a rotaia. Nello stesso tempo, dall’altra parte delle Alpi, Austria e Svizzera finanziano l’ammodernamento delle loro strutture per il trasferimento delle merci da gomma a rotaia con i nostri camion: dal 2000 al 2016 hanno infatti incassato 25 miliardi di euro in pedaggi: eppure il traffico stradale lungo la catena alpina è aumentato del 25% (anziché diminuire), mentre quello ferroviario è cresciuto di poco meno del 15%. Nonostante tutto ciò, l’autotrasporto continua ad avere un ruolo determinante nel sistema dei trasporti nazionale, movimentando il 60,2% del valore delle merci nel nostro Paese.
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