Secondo un’analisi del “Sole 24 Ore”, in 76 capoluoghi di provincia con più di 50 mila abitanti la tassa sui rifiuti è sempre più svincolata dalla qualità del servizio offerto. La Legge di Bilancio 2018 ha assegnato all’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti, il compito di regolamentare il ciclo dei rifiuti urbani.
La Tari, la tassa sui rifiuti, risulta, secondo uno studio del Sole 24 Ore, sempre più svincolata dalla qualità del servizio fornito agli artigiani, ai commercianti ed agli imprenditori. Nello studio è stato preso in esame l’andamento del tributo per metro quadro in 76 capoluoghi di provincia con almeno 50 mila abitanti per quattro tipi di attività: un albergo, un supermercato, un parrucchiere ed un negozio di ortofrutta. Sono state analizzate anche le caratteristiche principali e la qualità del servizio, la quota percentuale di raccolta differenziata, la Carta del servizio ed infine l’attenzione alle imprese. Nel 2017 si registrano rincari record in ben 27 capoluoghi come Andria, Cagliari e Chieti, mentre in altri trenta risultano ridotti e nei restanti 18 sono rimasti stabili. Le cause sono molteplici, come commenta Donato Berardi, Direttore del Laboratorio sui servizi pubblici locali di Ref Ricerche: «le regole non sono chiare su quali siano i costi ammissibili» quindi spesso le tariffe finanziano anche spese estranee al servizio stesso. Molto dipende anche dal tipo di attività: gli albergatori, ad esempio, puntano città con una Tari poco elevata, come ad esempio Belluno, Udinese e Cuneo, mentre i parrucchieri e le estetiste del Mezzogiorno registrano un salto notevole, arrivando anche a superare i 10 euro al metro quadro. Asti invece è stata designata come il capoluogo meno favorevole per l’ortofrutta, seguito da Venezia, Genova, Napoli, Roma e Brindisi, con più di 45 euro al metro quadro. La Legge di Bilancio 2018 ha assegnato all’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti, il controllo del ciclo dei rifiuti urbani. Il suo compito sarà dunque quello di definire la regolazione economica e di tutelare i consumatori fissando gli standard minimi di qualità del servizio.