Secondo il “Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” realizzato dal Censis per Federsicurezza, nel 2017 i reati denunciati sono in calo di oltre il 10% rispetto al 2016, ma melle aree metropolitane si sente insicuro un cittadino su due. Il 92% si difende dai furti, il 39% vuole una “pistola più facile”.

I reati denunciati nel 2017 sono in calo di oltre il 10% rispetto a quelli del 2016 e gli omicidi si sono quasi dimezzati in dieci anni, da 611 a 343, ma nonostante questo vi è un senso generalizzato di insicurezza: il 31,9% delle famiglie italiane percepisce infatti il rischio della criminalità nella zona in cui vive. Nelle aree metropolitane si sente insicuro un cittadino su due (il 50,8%). La tendenza emerge dal primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis per Federsicurezza. Il senso di insicurezza è maggiore al Centro, dove il rischio è percepito dal 35,9% degli intervistati, e al Nord-Ovest (33%). Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che vivono in contesti più disagiati, dove secondo il 27,1% la criminalità è il problema più grave del Paese, la percentuale maggiore dopo la mancanza di lavoro.  Eppure le statistiche sui reati evidenziano che nel 2017 sono stati denunciati complessivamente 2.232.552 reati, -10,2% rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2008 le rapine sono passate da 45.857 a 28.612 (-37,6%) e i furti da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%). La concentrazione dei reati in alcune zone amplifica però le paure. In sole quattro province, dove vive il 21,4% della popolazione, si consuma il 30% dei reati. Milano è al primo posto con 237.365 reati nel 2016 (il 9,5% del totale), poi Roma (con 228.856 crimini, il 9,2%), Torino (136.384, pari al 5,5%) e Napoli (136.043, pari al 5,5%).

Gli italiani si blindano, il 92% si difende dai furti

Dalle inferriate alle luci accese quando si esce di casa, il 92,5% adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori. Il sistema più utilizzato è la porta blindata, che protegge dalle intrusioni le case di oltre 33 milioni di italiani (il 66,3% della popolazione adulta); 21 milioni di cittadini (il 42%) si è dotato di un sistema d’allarme, più di 17 milioni (il 33,5%) hanno montato inferriate a porte e finestre; quasi 16 milioni (il 31,3%) hanno optato per vetri e infissi blindati, più di 15 milioni (il 30,7%) hanno installato una telecamera, poco meno di 10 milioni (il 19,4%) hanno comprato una cassaforte per custodire i propri beni. Per precauzione lasciano le luci accese quando escono di casa poco meno di 15 milioni di italiani (il 29%). Nella “filiera della sicurezza” hanno un ruolo importante le agenzie di vigilanza privata. Sulle strade italiane si muove già un esercito di oltre 64mila addetti (+16,7% nel periodo 2011-2017) di quasi 1.600 imprese di vigilanza (+11,3% nello stesso periodo), che svolgono un ruolo sussidiario e complementare rispetto alla forza pubblica contribuendo a garantire sicurezza negli aeroporti, nei porti, negli uffici pubblici, in ospedali e tribunali, nelle aziende e durante gli eventi collettivi.

Il 39% vuole la “pistola facile “

“Cresce la voglia di ‘sicurezza fai da te'”: il 39% degli italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale. Il dato è in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. Più favorevoli sono le persone meno istruite, il 51% tra chi ha al massimo la licenza media, e gli anziani, il 41% degli over 65 anni). Aumenta anche il numero degli italiani che possono sparare: nel 2017 nel nostro Paese si contavano 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall’uso caccia alla difesa personale), con un incremento del 20,5% dal 2014 e del 13,8% rispetto all’anno prima. La crescita più forte si è avuta per le licenze per il tiro a volo (sono quasi 585.000: +21,1% in un anno), più facili da ottenere. Il Censis stima così che “oggi complessivamente c’è un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani (di cui 700.000 minori)”.