Per il presidente di Liberi e uguali servono “più crescita, più lavoro stabile e più reddito”. Ma “per sostenere domanda interna e salari servono più tutele, a partire dalla reintroduzione dell’articolo 18”. Guerra totale all’illegalità, “no alla mafia tax,
Dopo Berlusconi, il Consiglio Generale permanente di Confcommercio ha accolto il presidente di Liberi e uguali, Pietro Grasso. Dopo l’introduzione del presidente Sangalli, che ha evidenziato come sia il terziario il settore che produce più occupazione, l’ex presidente del Senato ha sottolineato che “più crescita, più lavoro stabile e più reddito sosterrebbero la domanda interna, ovvero ciò che manca alla ripresa in corso” lodando poi la chiarezza del documento presentato dalla Confederazione. Esaminandolo nel dettaglio Grasso ha detto che “il credito alle imprese continua a non essere sufficiente, bisogna intervenire a tutela delle piccole e piccolissime imprese, quelle che non vivono di export. E lavorare perché il rapporto banche-imprese sia più trasparente e più efficace”. Sì anche agli “incentivi all’innovazione estesi alle pmi, vincolandoli a scelte virtuose”, così come ad affitti agevolati per startup (“serve un’agenzia per le politiche urbane”), ad interventi per rammendare e curare territorio e città, e alla crescita sostenibile. Ma, ha ammonito l’ex magistrato, Liberi e uguali non è d’accordo con Confcommercio sui temi del lavoro: “per sostenere domanda interna e salari servono più tutele, a partire dalla reintroduzione dell’articolo 18”. Sì invece ad investimenti nel Mezzogiorno, soprattutto nel turismo, e critica forte alla flat tax proposta da altri partiti (“la pressione fiscale è altra, è vero, ma è alta perché troppi non pagano le tasse. Imposte più basse non assicurano maggiore fedeltà fiscale”). Bene invece la web tax, ma “non quella di Renzi”,e guerra totale all’illegalità, la “mafia tax, di cui nessuno parla in questa campagna elettorale”, anche attraverso l’abolizione del contante.