Siglato un protocollo d’intesa che, per la prima volta in Italia, consentirà l’utilizzo condiviso di importanti funzioni quali l’assistenza sindacale e legale, lo sportello per il recupero crediti, l’accesso alle convenzioni nazionali e agli accordi locali.
Confcommercio Pordenone ha sottoscritto un protocollo di intesa con l’Ordine degli Architetti e l’Ordine degli Ingegneri per condividere i propri servizi. Il fulcro dell’accordo è rivolto ai giovani neo laureati che devono affrontare gli effetti della crisi. Oggi sono circa 870 gli ingegneri che fanno parte dell’Ordine di Pordenone e 650 gli architetti, mentre sono 3mira gli iscritti a Confcommercio Imprese per l’Italia della Destra Tagliamento. Il protocollo, per la prima volta realizzato in Italia, consentirà l’utilizzo condiviso di importanti funzioni quali l’assistenza sindacale e legale, lo sportello per il recupero crediti, l’accesso alle convenzioni nazionali e agli accordi locali ai quali si aggiungono le agevolazioni in campo formativo e la tenuta della contabilità, senza dimenticare il sostegno relativo all’accesso legato ai progetti europei e a i relativi finanziamenti, nonché la condivisione dell’assistenza sulla normativa in materia di credito agevolato. “Il nostro pensiero – commenta Alberto Marchiori, presidente di Confcommercio Pordenone – va ai giovani che si avviano a queste professioni in un settore che è stato tra i più penalizzati dalla crisi economica”. “Un accordo importante – sottolinea da parte sua Vittorio Pierini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Pordenone – visto soprattutto a favore dei giovani iscritti i quali potranno utilizzare servizi importanti e legati, ad esempio, alla formazione ma con prezzi calmierati”. “Si realizza oggi – spiega quindi Mario Tedeschi, presidente Ordine degli Ingegneri di Pordenone – un esempio importante di sinergia fra diverse realtà professionali del territorio che permette di rafforzare le rispettive posizioni e offrire servizi importanti ai nostri iscritti anche in funzione della ricerca di nuovi posti di lavoro”. Un protocollo apripista che servirà – hanno precisato i promotori – per rafforzare i benefici di una timida ripresa dopo un decennio di grosse difficoltà.