Confcommercio replica alla proposta del Centro Studi di Confindustria di introdurre una nuova tassa sui prelievi di contante. “L’impulso alla diffusione di sistemi elettronici di pagamento sicuri e tracciabili va certamente perseguita”, ma “una tassa in più, soprattutto in un momento di perdurante stagnazione dei consumi, non ci sembra francamente una buona idea”.
“L’impulso alla diffusione di sistemi elettronici di pagamento sicuri e tracciabili va certamente perseguita. Per questo bisogna agire anzitutto sul versante della riduzione dei costi che l’utilizzo di tali strumenti comporta a carico di consumatori ed imprese. In particolare, risulterebbe utile un credito di imposta a favore degli esercenti per le commissioni pagate per l’accettazione di carte di debito e di credito. Una tassa in più, soprattutto in un momento di perdurante stagnazione dei consumi, non ci sembra francamente una buona idea”. E’ il commento di Confcommercio alla proposta del Centro Studi di Confindustria di introdurre una nuova tassa sui prelievi di contante. Confindustria, ‘tassa’ sul contante per più gettito.
La proposta, avanzata nell’ambito del dibattito in vista della prossima legge di bilancio, secondo gli industriali non comporterebbe oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica e consentirebbe, attraverso una commissione del 2% sul contante, di recuperare circa 3,4 miliardi l’anno. Si articola su due interventi: da una parte incentivare l’uso di moneta elettronica garantendo un credito di imposta del 2% al cliente che effettua i pagamenti con carte di pagamento o bonifici bancari; dall’altra disincentivare il contante introducendo una commissione in percentuale dei prelievi da Atm o sportello oltre una certa soglia mensile.