Ricerca Unioncamere: difficile la ricerca di camerieri e bartender, molti i ragazzi che chiedono più tempo libero. Tra i dirigenti, sono analisti e progettisti di software le figure più ambite dalle imprese. Il presidente Fipe Stoppani: “La vera scommessa è trovare un cameriere”.
Nell’Italia che cerca lavoro e non lo trova, c’è il rovescio della medaglia del lavoro che cerca disperatamente qualcuno senza trovarlo. Potrà sembrare strano, considerato che tuttora il tasso di disoccupazione viaggia intorno al111% nel Paese, ma centinaia di migliaia di aziende, ogni giorno, fanno fatica ad assumere. Un problema di mancato incontro tra domanda e offerta (gli americani lo chiamano “miss-matching”) molto meno infrequente di quanto si pensi. Si calcola che, a livello generale, il 25% del fabbisogno di posti di lavoro resti inevaso. Come a dire che, nel giro di un anno, le aziende riescono a mettere sotto contratto solo tre figure ogni quattro delle quali hanno bisogno. Secondo uno studio di Unioncamere (“Le professioni più richieste dalle imprese italiane”), suddividendo le categorie dei lavoratori in tre settori, tra i dirigenti sono gli analisti e i progettisti di software, con il 43%, le figure più ambite e più difficili da trovare. Mentre nel comparto servizi spiccano le guardie private di sicurezza: 21%. Quanto agli operai, i più desiderati e introvabili sono i macellai e i pesciaioli: solo due aziende su tre riescono ad agguantare professionalità in grado di soddisfare le esigenze. Ma uno dei casi di scuola più eclatanti è quello legato al mondo delle attività di ristorazione e di intrattenimento. “Va di moda fare lo chef, ma è sempre più difficile trovare un pasticcere, considerata erroneamente una figura di secondo piano rispetto al cuoco. Ma la vera scommessa è trovare un cameriere”, ha spiegato Lino Stoppani, vicepresidente di Confcommercio, presidente della Fipe, e una vita, passata a far crescere con la sua famiglia un tempio come il ristorante Pecka Milano. Il mestiere del cameriere soffre dell’aspetto reputazionale, e di una trasformazione che lo ha ridotto a semplice portatore di vivande, quando invece è un anello fondamentale dell’accoglienza», aggiunge. Senza contare che «è un lavoro di sacrifici, non ben 83% È la percentuale dei nuovi posti di lavoro che si creeranno nel settore dei servizi al 2020, secondo la previsione Unioncamere 80% È la percentuale delle aziende della ristorazione e dell’intrattenimento che offrono contratti a tempo indeterminato visto dai giovani, nonostante possa essere molto ben remunerato a certi livelli». Per Giammarco Giovannelli, titolare di un hotel-residence ad Alba Adriatica sulla costa teramana e presidente regionale di Federalberghi, «nessun giovane è più disposto poi a lavorare a tempo pieno per tutta la stagione». Al top delle professionalità ricercate, precisa il capo del centro studi della Fipe, Luciano Sbraga, spiccano i cuochi, i sommelier, i camerieri e, soprattutto, i barman. Sì proprio lui: il bartender alla Tom Cruise è l’uomo più gettonato sul mercato. “Il problema- ragiona Sbraga – si fa tanto più complesso quanto più cresce il livello degli esercizi. E facile trovare un cameriere di sala in una trattoria o in albergo di medie dimensioni. Ma per locali di standard superiore occorre conoscere bene le lingue e avere nozioni al di là della media”. E il problema di trovare personale adatto, a quanto pare, non è legato alla stagionalità estiva, alla cancellazione dei voucher o alla scarsa sicurezza delle posizioni offerte in quanto “l’80% delle aziende legate al mondo di ristorazione e intrattenimento offrono contratti a tempo indeterminato”.
tratto da “Il Messaggero”
di Michele Di Branco