Ruolo del terziario, relazioni sindacali e welfare contrattuale tra i temi dell’incontro che si è s volto nella sede nazionale della Confederazione.
Il 27 giugno a Roma, nella sede nazionale confederale, si è tenuto un incontro tra Confcommercio, rappresentata dal vicepresidente con delega al lavoro e bilateralità, Donatella Prampolini, e Cgil, Cisl e Uil rappresentate, rispettivamente da Ivana Galli, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Le parti, considerata la fase di prolungata stagnazione economica e l’assenza di concrete prospettive di ripresa, hanno condiviso l’esigenza di valorizzare il ruolo propulsivo del terziario di mercato, settore che contribuisce maggiormente alla creazione di valore aggiunto e occupazione. A tal fine è stata sottolineata e condivisa la necessità di una ripresa degli investimenti pubblici nelle reti materiali ed immateriali decisive per la produttività complessiva del sistema paese e di una specifica declinazione del programma Impresa 4.0 che consenta una compiuta accessibilità delle misure di sostegno agli investimenti in innovazione da parte delle imprese operanti nell’area vasta del terziario di mercato, con particolare riguardo ai processi di formazione continua del capitale umano ed alla sfida della digitalizzazione. È stata altresì condivisa l’esigenza di un processo di progressiva riduzione della pressione fiscale – ferma restando la necessaria attenzione agli andamenti della finanza pubblica e all’azione di contrasto e recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale – per rendere più pesanti le buste paga e dare impulso ai consumi delle famiglie ed agli investimenti delle imprese. In quest’ottica andrà dato concreto seguito, in sede di legge di bilancio per il 2020, al disinnesco delle clausole di salvaguardia IVA, la cui attivazione genererebbe effetti economici recessivi e inciderebbe maggiormente sui livelli di reddito più bassi. Insieme, andrà rafforzato l’impegno per la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro per i lavoratori dipendenti per rilanciare i consumi. Sul piano della contrattazione collettiva e delle relazioni sindacali le parti, condividendo l’importanza di valorizzare le specificità dei diversi settori dell’economia, hanno rimarcato la convinzione che l’autonomia contrattuale debba continuare ad essere prerogativa principale delle parti sociali. In particolare, sul tema del salario minimo le parti ritengono non necessaria una regolamentazione per legge, esistendo già nella contrattazione collettiva tutte le condizioni e gli strumenti per sostenere i redditi e individuare modalità per migliorare la produttività. Quello che serve – hanno convenuto – è, invece, impedire la proliferazione dei cosiddetti contratti pirata firmati da organizzazioni non rappresentative, che fanno un vero e proprio dumping a danno dell’economia e del mercato del lavoro, e proseguire sulla via della riduzione del cuneo fiscale e della valorizzazione della contrattazione collettiva tra le parti sociali maggiormente rappresentative. Infine, le parti hanno condiviso di proseguire il percorso di rilancio della bilateralità e del welfare contrattuale del terziario, già avviato con successo con una riforma della governance nella direzione di una maggiore razionalizzazione, efficienza e sostenibilità dei sistemi di bilateralità contrattuale, siano essi territoriali o nazionali, con l’obiettivo di confermare la bilateralità come una reale opportunità per imprese e lavoratori.