Il presidente di Confcommercio: “Il decreto evidenzia, purtroppo, tutti i limiti di un’impostazione segnata da un errore di metodo e da altrettanti errori di merito”. “Sul piano del merito, la stretta sui contratti a termine aggrava costi, incertezze e rischi di contenzioso, ma non può certo dare impulso ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato”.
“In questa fase di rallentamento complessivo, peraltro confermata dallo stesso ministro Tria che ha annunciato una possibile riduzione del Pil per il 2018, la prima misura del Governo rivolta alle imprese, il decreto dignità, rappresenta una pericolosa marcia indietro”. Lo ha affermato il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli a margine dell’assemblea regionale degli iscritti del
Friuli Venezia Giulia a Pordenone. “Il decreto evidenzia, purtroppo, tutti i limiti di un’impostazione segnata da un errore di metodo e da altrettanti errori di merito – ha aggiunto – sul piano del metodo, infatti, si è scelto di intervenire senza confrontarsi adeguatamente con
le parti sociali. Sul piano del merito, la stretta sui contratti a termine aggrava costi, incertezze e rischi di contenzioso, ma
non può certo dare impulso ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato”.”