ConfGuide commenta la legge delega in approvazione al Senato: “non bisogna in nessun modo tornare indietro ripristinando suddivisioni territoriali di esercizio della professione interne all’Italia, che danneggerebbero solo le guide italiane”.
“È necessario mantenere la figura unica e nazionale della guida turistica al fine di evitare sperequazioni con le guide europee che vengono in Italia senza alcun limite di operatività territoriale”. Così Confguide sulla legge delega in approvazione al Senato. Nell’attuazione della riforma organica della professione di guida turistica che ne seguirà, per la Federazione “non bisogna in nessun modo tornare indietro ripristinando suddivisioni territoriali di esercizio della professione interne all’Italia, che danneggerebbero solo le guide italiane, privando completamente del lavoro tutti quei professionisti che dal 2013 hanno legittimamente operato come ‘guide nazionali italiane’ (c’è chi si è trasferito a vivere all’interno dell’Italia per motivi personali o familiari, chi si è abilitato dopo il 2013, chi era già abilitato e ha studiato e allargato la propria attività lavorativa con spirito di servizio e di imprenditorialità da premiare)”. Come in più occasioni ConfGuide ha già sottolineato, “la legge 97/2013 ha determinato in questi sei anni una evoluzione positiva per la categoria delle guide turistiche che continuano a investire risorse e creare attività potendo operare su tutto il territorio nazionale alla pari delle guide europee che lavorano in Italia. La riforma dovrà tenere conto di questa consolidata operatività nazionale e soprattutto tutelare le guide già abilitate e non comportare nuovi obblighi e l’introduzione di limitazioni operative e territoriali. La nostra base associativa chiede con forza libera circolazione e libera prestazione”. “Contiamo sul fatto che, una volta approvata la legge delega, il governo intraprenda con urgenza, in tempi il più possibile brevi, una riforma organica e complessiva seria e costruttiva che valorizzi il ruolo delle guide turistiche senza limitare le possibilità di esercizio di quella che per definizione è e deve rimanere una ‘libera professione’, partendo dalla situazione attuale (‘guida nazionale’). Con urgenza, per non procrastinare oltre l’attuale situazione di incertezza ed evitare qualsiasi Intervento normativo che ripristini situazioni del passato lesive. Ricordiamo che la guida nazionale è stata istituita nel 2013 per mettere i professionisti italiani nelle stesse condizioni delle guide degli altri Paesi Ue, quindi a tutela e non contro le guide italiane”, conclude ConfGuide.