Slittano a data da destinarsi i tavoli tecnici che dovevano tenersi per sciogliere alcuni nodi sui capitoli della cultura e del riparto dei fondi. Luca Zaia e Attilio Fontana, presidenti di Veneto e Lombardia, potrebbero presto essere invitati a Roma per un faccia a faccia.
L’Autonomia può attendere. Slittano, a data da destinarsi, i tavoli tecnici che dovevano tenersi per sciogliere alcuni nodi sui capitoli della cultura e del riparto dei fondi. A Palazzo Chigi spiegano che si tratta di un problema di agenda, e che le discussioni si terranno appena possibile. Ma, dopo le veementi polemiche dei governatori di Veneto e Lombardia, è evidente che il premier Giuseppe Conte vuole procedere con cautela. Non ci sono conferme ufficiali, ma Luca Zaia e Attilio Fontana, presidenti di Veneto e Lombardia, potrebbero presto essere invitati a Roma per un faccia a faccia franco e, si spera, risolutivo. Forse, la scorsa settimana, a Palazzo Chigi c’era troppo ottimismo: dopo i tavoli tecnici, il presidente del Consiglio aveva parlato di un testo che sarebbe stato pronto probabilmente già per il prossimo Cdm. Adesso, però, i tempi sembrano essersi allungati per i mal di pancia leghisti. Le parole di Conte (“i governatori non avranno tutto”) hanno letteralmente fatto infuriare gli esponenti locali del Carroccio. Certo, ci sarebbe un’intesa Lega-M5S sulle competenze del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: il titolare, Danilo Toninelli, lo ha assicurato in audizione parlamentare, chiedendo però una cabina unica nazionale per le strade, ferrovie e porti. Una parcellizzazione a livello regionale non aiuterebbe. E pure i dossier Mose e laguna di Venezia, sempre a sentire Toninelli, devono rimanere in capo allo Stato. Sulla scuola è stata trovata un’intesa nell’ultimo incontro presieduto da Conte, ma il Cdm che si sarebbe dovuta tenere giovedì, con ogni probabilità, dovrà attendere.