In provincia di Imperia ad agosto con il “sommerso” posti letto praticamente raddoppiarti. Varnero sollecita Comune e Regione: “le Istituzioni non possono far finta di niente”
Federalberghi scende in campo contro il dilagare dell’abusivismo e della concorrenza sleale nel settore turistico. E lo fa partendo da un’analisi – effettuata in tutto il Paese – degli annunci italiani presenti sul portale Airbnb nel mese di agosto 2018. In particolare in provincia di Imperia ad agosto 2018 risultavano disponibili su Airbnb 3.898 alloggi, in crescita del 156,95% rispetto ad agosto 2016, in cui erano pubblicizzati 1.517 alloggi.
Degli annunci presenti su Airbnb.it:
– 3.536 (90,71%) sono riferiti ad interi appartamenti;
– 2.446 (62,75%) sono disponibili per più di sei mesi;
– 1.861 (47,74%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio.
(fonte: elaborazioni Federalberghi / Incipit srl su dati Inside Airbnb)
Il dossier evidenzia quelle che Federalberghi definisce le “quattro grandi bugie della cosiddetta sharing economy”.
“Dall’analisi delle inserzioni di agosto – chiarisce Federalberghi che proprio oggi riunisce la Giunta Esecutiva guidata del presidente nazionale Bernabò Bocca – emerge un quadro piuttosto chiaro e preoccupante. Innanzitutto non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi. Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno. Non è vero inoltre che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno. Infine non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali”.
Appare dunque evidente, secondo l’associazione che riunisce gli albergatori, che il consumatore <è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. La nostra associazione ha censito gli alloggi disponibili sul portale Airbnb.it e pone l’elenco a disposizione delle autorità, affinché svolgano gli opportuni controlli>.
La richiesta forte della categoria è di arrivare a un quadro normativo definito per contrastare il sommerso. “È un fenomeno preoccupante ed è in forte crescita – commenta Igor Varnero, presidente provinciale di Federalberghi – L’offerta turistica di posti letto è praticamente raddoppiata. La situazione si trascina da un paio d’anni, impossibile ignorarla. Esiste una situazione di concorrenza sleale nei confronti delle strutture ricettive e di quanti affittano alloggi nel pieno rispetto delle regole. I dati riferiti alla nostra provincia danno l’idea di un fenomeno dilagante che rischia di danneggiare pesantemente l’economia turistica della Riviera: le istituzioni non possono più stare a guardare”.
Quali soluzioni nell’immediato? “Chiediamo ai Comuni – conclude Varnero -di procedere ai controlli e alla Regione un codice identificativo delle strutture. È fondamentale anche l’inserimento delle strutture nella rilevazione dell’Osservatorio turistico”.